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Le zone umide della provincia di Latina, tesori da tutelare


rappresentano oasi per molti uccelli migratori

Il lago di Fogliano e la Convenzione di Ramsar; un bene prezioso da conoscere, amare e difendere.
Tutto è in iniziato con l'uscita didattica dello scorso anno presso il lago di Fogliano.
La guida ci ha spiegato tantissime cose interessanti e abbiamo potuto osservare il nostro patrimonio di
bellezza che la natura ci svela ogni volta che la osserviamo con attenzione e curiosità. Questa passione si è
riaccesa quest'anno con gli approfondimenti sui laghi costieri,
in particolare quello di Fogliano, scoprendo che proprio il nostro lago fa parte della importantissima
Convenzione Internazionale di Ramsar.

Un piccolo gruppo della nostra classe si è impegnato ad approfondire questo argomento ed è emerso che
nel 1971 a Ramsar in Iran, per volontà di alcuni paesi più sensibili al problema dell'ambiente, è nato questo
importante accordo internazionale che ha come compito la "conservazione e l'utilizzo razionale di tutte le
zone umide attraverso azioni locali e nazionali e la cooperazione internazionale, quale contributo al
conseguimento dello sviluppo sostenibile in tutto il mondo".

Ci è sembrato un progetto davvero grandioso se pensiamo che questa Convenzione è l'unico trattato
internazionale sull'ambiente che si occupa di questo particolare ecosistema cioè le "zone umide" e i paesi
membri della convenzione coprono tutte le regioni geografiche del nostro pianeta Terra. Per noi è stato
bello scoprire che il mondo dei "grandi" sa prendersi cura del nostro pianeta per consegnarlo a noi bambini
nel modo migliore così come faremo noi quando arriverà il nostro turno con le future generazioni. Al centro
di questo grande progetto c'è l'uso razionale delle "zone umide" definito come "mantenimento della loro
funzione ecologica, che si può raggiungere attraverso l'attuazione di approcci eco sistemici nel contesto
di uno sviluppo sostenibile".

E' un decreto del Presidente della Repubblica Italiana emanato nel 1976 a regolamentare il mantenimento
delle zone umide in Italia. Per capire meglio questo Decreto relativo alle zone umide, un secondo gruppo
della classe si è documentato in merito: sulla Convenzione Internazionale c'è scritto. Si intendono per
zone umide le paludi e gli acquitrini, le torbiere oppure i bacini, naturali o artificiali, permanenti o
temporanei, con acqua stagnante o corrente dolce, salmastra o salata, ivi comprese le distese di acqua
marina la cui profondità, durante la bassa marea, non supera i sei metri". Abbiamo dedotto che in senso
più ampio possono essere considerate "zone umide" i laghi, i fiumi, le foci, gli stagni, le lagune, le valli di
pesca, i litorali costieri con le acque marine, però non tutti questi luoghi sono tutelati dalla Convenzione
Internazionale di cui stiamo scrivendo.

Nella nostra Provincia le zone umide sono quelle intorno ai laghi di Fogliano, dei Monaci, di Caprolace e di
Sabaudia (o di Paola) e sono protette dalla Convenzione Internazionale. I siti Ramsar in Italia sono solo 51 e
dai nostri studi sembrano pochi se pensiamo a quanta bellezza naturale c'è nella nostra penisola e nelle
nostre isole. Questi luoghi rappresentano dei "corridoi faunistici" dove svariate specie di uccelli migratori
possono sostare, nutrirsi, svernare o nidificare in ambienti protetti ed adeguati alle loro esigenze. Tra le
molte specie di uccelli troviamo: aironi, fenicotteri, limicoli, trampolieri, svassi, falchi, cormorani, cavalieri
d'Italia solo per citarne alcuni. La sopravvivenza di questi animali dipende dalla conservazione di una catena
di queste zone umide lungo le rotte che vanno dalle regioni nordiche a quelle di svernamento. Queste zone
sono insostituibili stazioni di passaggio per l'avifauna migratoria e se alcuni di questi ambienti di sosta
venissero deturpati, o peggio ancora soppressi per costruirvi alberghi, ristoranti o qualsiasi altra cosa ci
sarebbero delle conseguenze gravissime sia sulle abitudini che sulla sopravvivenza di questi uccelli.

In proposito un terzo gruppo di compagni si è occupato dei biotopi palustri spiegandoci che
gli stagni, le torbiere, sono degli ambienti piccolissimi chiamati anche Biotopi dove vivono organismi
vegetali e animali di una stessa specie o di specie diverse che nel loro insieme formano una unità che vive in
perfetto equilibrio chiamata biocenosi. In ecologia questa parola deriva dal Greco: bios=vita e koinosis

=comunità, in questi ambienti si trovano un insieme di caratteristiche specifiche e particolari come
temperatura, umidità, luce, e cosi via, che hanno dei fragili equilibri e basterebbe poco per distruggerli .
Ecco perché nella Convenzione Internazionale di Ramsar si parla di "utilizzo razionale" , proprio perché
tutti noi dovremmo capire sempre meglio che questo patrimonio delle zone umide va tutelato per il
"mantenimento della loro funzione ecologica".

Inoltre abbiamo compreso che questi ambienti umidi detti anche wetlands non sono solo zone di
conservazione e protezione di particolari specie di flora e fauna, ma hanno anche la funzione di regolare il
microclima per la riduzione delle piene garantendo un giusto equilibrio delle acque presenti in queste zone.
Alla fine del nostro percorso abbiamo imparato che le nostre zone umide sono il più grande serbatoio di
"diversità" biologica, ci sono più di 250 specie di uccelli , oltre ai pesci, anfibi, rettili, mammiferi ed altro.
Questa immensa ricchezza che quest'anno abbiamo studiato ci insegnerà ad agire meglio e in favore
dell'intero pianeta Terra perché la conoscenza unita alle buone e sane abitudini rendono il mondo
migliore per tutti.

Per iniziare bene abbiamo fatto un'uscita educativa ed informativa nelle zone umide delle località Cicerchia
e Bufalara dove c'è un punto di osservazione della Biodiversità.
Ben attrezzati con i nostri binocolini e con la bocca chiusa, in fila indiana abbiamo esplorato la wetland da
young birders…. un mondo di meraviglia! e … non ci crederete ma abbiamo avuto un incontro davvero
speciale: una piccola gazza si è avvicinata e ci ha seguito lungo il sentiero lasciandosi ammirare e
coccolare. Al ritorno ci ha aspettati all'uscita del percorso dunale per salutarci proprio come fa un
maggiordomo in un misterioso castello.

leggi l'articolo su Latina Oggi 

11 aprile 2019 11:20

Giorgia Conti

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