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Gli alunni dell'Istituto "Principe Amedeo" di Gaeta diventano degli storici


Sempre più numerosi gli elaborati degli alunni del progetto Sit

Da sempre ambita dai diversi dominatori che occuparono la penisola per la sua posizione strategica in
mezzo all'arco costiero tirrenico, Gaeta divenne un avamposto importante del Regno borbonico, che la rese
vicecapitale del reame, punto di collegamento sia con lo Stato Pontificio, sia con importanti vie di
comunicazione marittime e terrestri.

Per questo motivo tante sono le opere che in città ricordano il periodo
borbonico, dal 1734 quando fu conquistata da Carlo III di Borbone, fondatore del ramo napoletano della
dinastia dei Borbone, fino alla caduta di tale dinastia che ebbe proprio a Gaeta il suo ultimo atto, l'assedio
decisivo di tutto il Risorgimento con la nascita del Regno d'Italia.

In particolare, per quanto riguarda il periodo risorgimentale, tante sono le costruzioni militari borboniche
che si trovano a Gaeta e che ebbero grande utilizzo durante l'assedio del 1860-61: a Monte Orlando ci sono
polveriere, batterie, edifici militari, mura di fortificazione che furono costruite per dotare la città di un
importante sistema difensivo che guardasse sia il fronte di mare, per eventuali assalti dal porto, sia il fronte
di terra.

L'ultima opera del fronte di mare era rappresentata dalla Cittadella dove si trova una grandiosa opera di
Carlo V, chiamata anche Porta di Terra.
Le batterie erano collegate tra loro dai camminamenti di ronda, da terrapieni e da bastioni.
All';interno della città numerosi sono i luoghi simbolo del Risorgimento, luoghi in cui non solo si è
combattuto tra il 1860-61 l'ultimo assedio che consegnò l'Italia agli italiani, ma dove personaggi
importantissimi del periodo risorgimentale hanno lasciato una traccia storica indelebile. Il 25 novembre
1848 il Papa Pio IX si rifugiò a Gaeta, ospite dei Borbone in seguito la proclamazione della Repubblica
Romana ad opera di Giuseppe Mazzini, e qui rimase fino al 4 settembre 1849, periodo durante il quale
Gaeta assunse la denominazione di "Secondo Stato della Chiesa" e fu proprio durante questo soggiorno che
Papa Pio IX, illuminato dallo Spirito Santo durante le sue preghiere presso la cappella d'Oro, decise di
scrivere l'enciclica Ubi primum con cui interrogava l'Episcopato cattolico sulla opportunità di programmare
il Dogma dell'Immacolata Concezione, cosa che avvenne al suo ritorno a Roma.

A seguito dell'assedio di Gaeta e della sua resa, il 22 gennaio 1861 furono unificate le Marine Borbonica e
Sarda e successivamente il 17 marzo 1861, con la proclamazione del Regno d'Italia fu costituita la Marina
militare italiana. Data la complessità dello strumento navale, necessitava di un maggiore impulso che
arrivò con l'atto ufficiale del primo aprile, con il Regio Decreto numero 4827, Ordinamento della Marina
Militare dello Stato, voluto fortemente da Cavour. Furono quindi unificate Le Marine: Sabauda, Borbonica,
Toscana e Pontificia.

La flotta ereditò la tradizione delle due maggiori Marine, quella del Regno di Sardegna e quella della Real
Marina del Regno delle Due Sicilie. Dalla Marina Borbonica ereditò gran parte dei mezzi navali, uniformi,
gradi e regolamenti.
Nonostante la neo Regia Marina disponeva di un buon numero di mezzi navali, ebbe fin da subito capacità
operativa limitata, dovuta alla diversità delle componenti che la costituivano, problemi quindi che durarono
fino all'apertura di una Accademia Navale unificata a Livorno nel 1881.

Non a caso, ancora oggi, nelle acque del porto di Gaeta, attraccato alla banchina, si può ammirare un
veliero dell'epoca ancora pienamente funzionante.

Leggi l'articolo pubblicato su Latina Oggi

12 febbraio 2019 18:57

Giorgia Conti

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