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Piccoli ricercatori sul cammino di San Tommaso a Maenza.


grazie agli spunti trovati nell'album

Dopo aver scoperto i tesori del nostro paese e averne gustato le prelibatezze, grazie agli spunti
trovati nell'album di Orazio ci siamo messi alla ricerca della storia che ha reso importanti questi
luoghi. Così giovedì 21 marzo abbiamo inaugurato la primavera facendo una visita all'interno del
castello, per capire il significato delle fonti. Lì ad aspettarci c'erano lo storico e scrittore Franco De
Angelis, il poeta maentino Angelo D'Onofrio e Nino Cardone che ci ha fatto da guida. La nostra
maestra ci ha presentato Franco De Angelis come "il libro parlante", meglio dei nostri tablet e dei
moderni audiolibri, perché sa raccontare con sapienza, con emozione e con tante curiosità la storia
del nostro paese e di tutte le persone importanti che lo hanno vissuto. San Tommaso D'Aquino fu
uno di questi.

San Tommaso è stato uno dei padri della Chiesa, è per questo che a completamento del lavoro
didattico sulla figura e ruolo del papà Angelo D'Onofrio ci ha letto una poesia in dialetto maentino.
Ci siamo divertiti a sentirlo parlare in dialetto, ma ci siamo anche commossi nel vedere egli stesso
emozionato. La maestra ci ha spiegato che egli racconta la vita di un tempo, quella delle persone
semplici, dei lavori e dei giochi di una volta. Ha scritto tanti libri per lasciare memoria delle
tradizioni maentine.

Franco De Angelis invece ci ha raccontato il miracolo delle aringhe di San Tommaso. Ci ha detto
che uno storico per trovare le fonti e capire in che periodo si sono svolti i fatti deve fare molte
ricerche e mettere insieme le informazioni. Per esempio secondo lui il miracolo è avvenuto tra
gennaio e febbraio perché negli scritti trovati si dice che vicino al pescivendolo, in piazza della
Portella, sotto al castello c'era un bambino che giocava con la palla. Prima la palla si costruiva con
la vescica del maiale che proprio in quel periodo si ammazzava, in quanto, non essendoci ancora i
frigoriferi si approfittava del tempo gelido dell'inverno.
Franco ha compiuto da poco 86 anni e possiamo considerarlo il nonno di tutti qui a Maenza. La
mamma faceva la levatrice e il papà il maestro di scuola elementare circa 100 anni fa. Quante storie
ha da raccontarci!

Finalmente Nino Cardone ci ha accompagnato all'interno della camera dove San Tommaso ha
dormito. Che emozione! Quanti affreschi sul soffitto! C'era anche un abito di un frate domenicano
all'interno. Attraversando le stanze del castello abbiamo visto tante opere d'arte: pitture, sculture,
ceramiche importanti. Tutti tesori da custodire caro Enea. Se ne sta occupando un architetto
Francesco Tetro, che purtroppo non siamo riusciti ad incontrare perché dovevamo rientrare a
scuola.

Alla fine abbiamo fatto una bella foto di gruppo intorno al monumento di San Tommaso, scolpito
dall'artista Gabriele Iagnocco, suggerita dalla poetessa Gigina Fasani Panetti che amava tanto
questo paese, così ci ha raccontato Nino Cardone che era presente quando il monumento fu posto lì
dove lo vediamo ora, in piazza Duomo, ai piedi della torre del nostro magnifico castello.
Caro Enea, grazie a te e al tuo amico Orazio abbiamo capito che la storia la raccontano le persone,
le sculture, i quadri, le statue, i monumenti e anche le poesie, non solo i libri di scuola, dentro le
aule.
Da grandi ci ricorderemo di tutto questo… anche perché da bravi esploratori stiamo documentando

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20 maggio 2019 21:40

Giorgia Conti

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