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Gli alunni di Stragolagalli parlano dell'etimologia del nome del loro paese


Fanno parte del comprensivo di Arce e come questi hanno aderito con entusiasmo al progetto Sit

Il nome del loro paese incuriosisce, affascina, diverte. E durante il nostro tour dell'iniziativa dell'album dei tesori ciociari, alla domanda rivolta agli alunni che hanno aderito al progetto Sit, scuola, informazione e territorio, da quali comuni tra i 91 della provincia di Frosinone sono rimasti maggiormente affascinati, sul podio c'è sempre Strangolagalli.

E venerdì scorso siamo stati proprio nella scuola primaria del bellissimo borgo ciociaro. Scuola che fa parte del comprensorio di Arce. Un'accoglienza impeccabile, studenti preparatissimi e con loro alcune docenti, il sindaco Giovanni Vincenzi, l'assessore alla pubblica istruzione Patrizio Perciballi e lo storico Corradino Vecchiarelli. 

Il primo cittadino e l'assessore hanno sottolineato l'importanza dell'adesione al progetto dell'album dei tesori al quale la dirigente scolastica, professoressa Nunzia Milite, ha subito aderito. «È importante valorizzare il territorio, farlo conoscere soprattutto alle future generazioni. E quale migliore occasione quella di un album che valorizza i paesi ciociari, anche quelli più sconosciuti».

E gli alunni hanno dimostrato un grande senso di appartenenza e l'orgoglio di vivere in un paese dal nome davvero particolare. Ci hanno accolto organizzando un interessante evento durante il quale, anche con l'aiuto dello storico Vecchiarelli e delle insegnanti felici della partecipazione dei loro ragazzi, diventati esploratori eccellenti con Orazio ed Enea, ci hanno raccontato il loro borgo. Tra loro anche alunni che hanno indossato vestiti d'epoca e ciociari per accompagnarci in un "viaggio" bellissimo tra leggende, tradizioni e storia.
Tante le leggende, appunto, sul nome Strangolagalli. Fra le più suggestive quella in cui i nemici attaccassero la città al cantar dei galli e la popolazione locale venuta a conoscenza di questo segnale, per evitare l'occupazione entrò nei pollai e strangolò tutti i galli. Dalla voce dello storico Vecchiarelli, venerdì scorso abbiamo ascoltato, invece, la sua versione.

C'era una volta un castello situato su un colle di forma pressoché circolare che a guardarlo aveva l'aspetto di una trottola, in dialetto ciociaro "Stromm'la" o "Strumm'l": da "Strongylos" greco bizantino che significa appunto: circolare. Per proteggerlo dal pericolo nemico, lo circondarono da una palizzata che nei tempi antichi era il sistema difensivo più economico e sbrigativo, tipico soprattutto nel Nord-Europa. Fu così che i Longobardi attribuivano il nome "Wall" da "Wald" - Bosco; in italiano la W diventò G con Wall si trasformò in Gall. Per quanto esposto, etimologicamente Strangolagalli significa: Castello circolare cinto da palizzata.
Come non ricordare, infine, l'evento della caccia al gallo, che vedeva protagonisti i residenti di ogni contrada del borgo. L'unico strumento concesso ai cavalieri per prendere il veloce e furbo pennuto era un retino del tipo acchiappa farfalle. Tempo concesso tre minuti dal momento in cui il galletto veniva lasciato libero in mezzo al campo da gioco. Il cavaliere non poteva scendere dal cavallo. Era proibita ogni forma di cattività e maltrattamenti per i galletti, pena la squalifica.

13 febbraio 2019 12:59

Giorgia Conti

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